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Le valutazioni psicopatologico-forensi sulla capacità d’intendere e di volere rappresentano un momento cruciale del processo penale, con importanti ricadute sul destino dell’imputato e sull’impiego delle risorse pubbliche. Decisioni distorte possono condurre a esiti opposti ugualmente problematici: la piena condanna di soggetti totalmente o parzialmente non imputabili, che accedono al sistema penitenziario senza cure adeguate; oppure l’assoluzione di soggetti imputabili, che accedono impropriamente al circuito psichiatrico-forense.
Questo studio ha analizzato 489 perizie redatte tra il 2006 e il 2022 da psichiatri forensi nominati dai giudici per valutare la capacità di intendere e di volere. I dati, estratti manualmente, riguardano: età e sesso dei periti; condizioni sociodemografiche dell’imputato, profilo clinico-diagnostico e precedenti penali dell’imputato e caratteristiche del fatto-reato.
L’analisi, condotta tramite metodi di Knowledge Representation and Reasoning e association rules, ha evidenziato quattro principali risultati:
1. il vizio parziale è stato riconosciuto con maggiore frequenza negli anni più recenti, evidenziando un cambiamento nelle valutazioni peritali;
2. i casi con sintomatologia più grave risultano più frequentemente associati a giudizi di imputabilità totalmente o parzialmente esclusa;
3. emerge una maggiore propensione a ritenere imputabili gli uomini rispetto alle donne;
4. il riconoscimento del vizio parziale di mente risulta più probabile nei casi che coinvolgono una vittima di sesso femminile.
Questi primi risultati suggeriscono una riflessione sui possibili criteri che orientano il giudizio peritale e offrono spunti per promuovere standardizzazione e maggior trasparenza nei processi valutativi in ambito psichiatrico-forense.
| If you're submitting a symposium talk, what's the symposium title? | Scelte nei contesti di salute e vulnerabilità cognitiva: un’analisi sul decision-making in popolazione sana e clinica |
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