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Il delay discounting (DD), ossia la tendenza a svalutare una ricompensa in funzione del ritardo nella sua fruizione, riveste un ruolo chiave non solo nelle decisioni economiche, ma è anche alterato in diverse patologie psichiatriche, tra cui disturbi da uso di sostanze, depressione maggiore e disturbo ossessivo-compulsivo. Tale natura transdiagnostica rende il DD un candidato ideale per lo sviluppo di interventi riabilitativi personalizzati.
Studi di neuroimaging e analisi di pazienti con lesioni cerebrali hanno mappato un ampio network fronto-striatale-limbico coinvolto nel DD, ma la precisa localizzazione e il contributo causale di regioni specifiche restano ancora incerti. Per colmare queste lacune, è necessario ricorrere a tecniche di neuromodulazione non invasiva (NIBS): la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) della corteccia orbitofrontale (OFC), con elettrodi posizionati in Fp1–Fp2, ha infatti ridotto in modo significativo i tassi di DD senza influire sulla Working Memory e indipendentemente dalle altre variabili di impulsività. Invece, protocolli di stimolazione magnetica transcranica (TMS) applicati alla corteccia dorsolaterale prefrontale in pazienti con dipendenze non hanno modificato il DD, pur evidenziando una correlazione tra craving e DD.
Questi risultati sottolineano l’OFC come target particolarmente promettente per la modulazione del DD e sollecitano future ricerche volte a tradurre tali evidenze in strategie cliniche efficaci.
| If you're submitting a symposium talk, what's the symposium title? | Verso un approccio transdiagnostico: integrazione tra psicologia sperimentale, neuroscienze e pratica clinica nello studio della psicopatologia |
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