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Il linguaggio verbale, sia nelle sue incarnazioni artistiche più riuscite sia nelle sue manifestazioni più prosaiche e quotidiane, suscita sempre in noi un ampio ventaglio di risposte valutative: dalla sensazione che una certa espressione linguistica sia ben riuscita a quella che sia mal formulata, dal piacere al dispiacere, dalla confusione alla noia, dalla suspense al senso di risoluzione. Capire il modo in cui il linguaggio suscita queste risposte è lo scopo di un’estetica del linguaggio, ed è il compito che storicamente si sono date discipline come la poetica, la retorica e la critica letteraria. Ultimamente, però, si è aperta la possibilità di studiare l’estetica del linguaggio in maniera genuinamente interdisciplinare, mettendo in dialogo la lunga tradizione umanistica sul tema con i più recenti risultati della psicologia, delle neuroscienze e della linguistica computazionale.
Questo intervento presenta un nuovo tentativo in questa direzione. Inizierò col chiarire quali sono le risposte valutative e le caratteristiche del linguaggio che hanno una rilevanza estetica. Proporrò poi un nuovo modello dell’estetica del linguaggio che tiene conto di risultati classici della psicolinguistica e della neurolinguistica e delle recenti ricerche di linguistica computazionale. Mostrerò poi come, operazionalizzando questo modello con i LLM della famiglia GPT (che consentono di ottenere informazioni statistiche precise sugli elementi della catena verbale), è possibile fare previsioni circostanziate su quali porzioni di testo possono cagionare quali risposte valutative, aprendo nuove possibilità di indagine sperimentale. Concluderò collegando questo nuovo modello per lo studio dell’estetica del linguaggio a recenti approcci psicologici all’esperienza estetica in generale.
| If you're submitting a symposium talk, what's the symposium title? | Psicologia dell'arte e neuroestetica |
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| If you're submitting a symposium, or a talk that is part of a symposium, is this a junior symposium? | No |