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Gli studi contemporanei sulla memoria autobiografica che prevedono la somministrazione congiunta di compiti narrativi e questionari self-report sono accomunati dal fatto che la sequenza con cui vengono somministrate queste due tipologie di strumenti è sempre la stessa: in una prima fase, i partecipanti formulano un racconto autobiografico e solo successivamente procedono alla compilazione di uno o più questionari sulle caratteristiche del ricordo narrato. Il presente studio intende valutare se il cambiamento dell’ordine di somministrazione di questi strumenti possa avere un effetto sui ricordi e le narrazioni dei soggetti che partecipano a queste ricerche. Abbiamo chiesto a due gruppi di studenti universitari, appaiati per genere ed età, di rievocare un evento della loro vita. I partecipanti appartenenti al “gruppo narrazione prima” (N = 149) avevano come primo compito quello di raccontare per iscritto l’evento; una volta terminata la narrazione, essi dovevano compilare due questionari che valutavano rispettivamente la fenomenologia del ricordo e la centralità dell’evento rievocato. I partecipanti appartenenti al “gruppo questionari prima” (N = 152) dovevano svolgere gli stessi compiti, ma in ordine inverso: prima dovevano compilare i questionari e successivamente dovevano formulare il racconto dell’evento. I risultati hanno mostrato che, rispetto ai partecipanti del “gruppo narrazione prima”, quelli del “gruppo questionari prima” avevano formulato delle narrazioni più lunghe e con un maggior numero di dettagli. Tuttavia, sia gli indicatori sull’organizzazione delle narrazioni sia le misure del ricordo ricavate dai questionari non variavano in modo significativo tra i due gruppi. Verranno discusse le implicazioni teoriche, empiriche e pratiche dei risultati.