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Il sonno sembra favorire il processamento delle informazioni emotive, promuovendo il consolidamento della memoria e regolando la reattività agli stimoli emotivi. Tuttavia, i meccanismi attraverso cui i diversi stadi del sonno (NREM e REM) influenzano tali processi restano oggetto di dibattito. Nel presente studio abbiamo indagato il contributo del sonno REM al processamento emotivo durante un sonnellino pomeridiano.
Ottanta partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: Sonno (n = 40) e Veglia (n = 40). Il gruppo Sonno è stato ulteriormente suddiviso in base allo stadio di sonno raggiunto (NoREM, n = 20, REM, n = 20). Tutti i partecipanti hanno svolto un compito di riconoscimento mnestico e uno di reattività emotiva. Entrambi i compiti prevedevano la presentazione di immagini neutre e negative in tre momenti: prima (T0), dopo un periodo di sonno o veglia (T1) e 48 ore dopo (T2). Durante il compito di reattività sono state registrate frequenza cardiaca e conduttanza cutanea, e i partecipanti hanno valutato le immagini per valenza e arousal.
Il gruppo REM ha evidenziato un mantenimento della decelerazione cardiaca e una riduzione dell’arousal soggettivo in risposta a immagini negative, da T0 a T1, rispetto al gruppo NoREM. Non sono emerse differenze tra gruppi nella conduttanza cutanea. Il gruppo Sonno ha evidenziato un minor decadimento mnestico rispetto al gruppo Veglia, senza differenze tra REM e NoREM.
Il sonno REM sembra modulare la reattività emotiva, mentre un breve periodo di sonno favorisce il mantenimento della memoria emotiva, indipendentemente dallo stadio raggiunto.
