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Sebbene siano state distinte diverse tipologie di spazio (Tversky et al., 1999), gli studi presenti in letteratura hanno prevalentemente indagato lo sviluppo di ciascuna dimensione spaziale separatamente. Pertanto, questo studio intende esaminare, all’interno dello stesso campione, l’elaborazione dello spazio navigazionale e dello spazio corporeo interno ed esterno, confrontando giovani adulti e anziani.
Lo studio ha coinvolto 87 partecipanti sani, suddivisi in 50 giovani adulti (M = 20,62 anni; DS= 2,11) e 37 anziani (M = 61,03 anni; DS=7). Tutti i partecipanti hanno completato una batteria di compiti valutanti: (i) lo spazio corporeo interno, tramite la misura di accuratezza interocettiva (IAcc, Heartbeat Counting Task); (ii) lo spazio corporeo esterno, mediante compiti di rappresentazione corporea orientata all’azione (RCoa, Hand Laterality Task) e non orientata all'azione (RCNoa, Frontal Body Evocation Task); (iii) lo spazio navigazionale, attraverso prove di conoscenza landmark, route e survey di un ambiente virtuale. Le analisi dei dati evidenziano differenze significative tra i due gruppi: infatti, mentre gli anziani mostrano livelli più elevati di IAcc, i giovani adulti presentano prestazioni migliori nei compiti di RCoa, RCNoa e nelle prove di conoscenza spaziale di tipo route e survey, sia in termini di accuratezza che di tempo di risposta.
Questi risultati preliminari suggeriscono un’evoluzione differenziata delle diverse componenti spaziali con l’avanzare dell’età: infatti, se da un lato l’efficienza nell’elaborare lo spazio corporeo esterno e lo spazio navigazionale tende a ridursi, dall’altro, l’elaborazione dello spazio corporeo interno migliora, riflettendo una maggiore capacità di sintonizzarsi sui propri segnali corporei durante l’invecchiamento.
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