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Nel compito di decisione lessicale, il partecipante deve riconoscere se gli stimoli sono parole o non-parole. Nel presente studio, si è indagato se queste due categorie di stimoli siano associate a dinamiche decisionali differenti, focalizzandosi sull'esecuzione motoria della risposta. Sono state impiegate 5 categorie di stimoli: parole di alta frequenza, parole di bassa frequenza, pseudoparole (ossia parole non esistenti derivate da parole reali cambiando una sola lettera, merenca), non-parole (ossia stringhe di lettere leggibili che non assomigliano a nessuna parola reale, taderco) e stringhe illegali di lettere (lbqtrsv). Mediante registrazioni elettromiografiche (EMG), il tempo delle riposte manuali fornite durante il compito (TR) è stato suddiviso in tempo premotorio (TPM)—l'intervallo tra la presentazione dello stimolo e l'attivazione muscolare—e tempo motorio (TM)—l'intervallo tra l'attivazione muscolare e la pressione del pulsante. I risultati hanno mostrato che TR e TPM erano più brevi per le stringe, seguite da parole di alta frequenza, parole di bassa frequenza, non-parole e pseudoparole. Al contrario, i TM erano comparabili per parole di alta e di bassa frequenza, e stringhe, ma più lunghi per nonparole e pseudoparole. I risultati relativi ai TM suggeriscono una parziale differenziazione nei processi decisionali riconducibile alla presenza di evidenza (che caratterizza il riconoscimento di parole di alta e di bassa frequenza, e le stringhe) vs assenza (che caratterizza il riconoscimento di non-parole e pseudoparole).