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Introduzione. Il declino cognitivo nell’invecchiamento coinvolge memoria, funzioni esecutive e velocità di elaborazione. Per quanto riguarda la comunicazione, la ricerca si è concentrata principalmente sugli aspetti linguistici, trascurando la pragmatica, ossia l’uso del linguaggio in contesti sociali. Studi recenti hanno evidenziato un declino comunicativo-pragmatico nei disturbi neurodegenerativi e anche nell’invecchiamento sano; tuttavia, mancano studi che esplorino la pragmatica in persone con segni iniziali di decadimento cognitivo.
Obiettivo. Confrontare la prestazione pragmatica di anziani con difficoltà cognitive rilevate tramite il MoCA (DCrM) e coetanei con prestazione cognitiva entro i limiti di norma secondo il MoCA (CNTR). Ipotizziamo differenze tra i due gruppi sia nella comprensione che nella produzione comunicativa.
Metodo. Partecipanti: 17 individui con DCrM (MoCA≤19.5) e 17 CNTR (MoCA≥19.5) (cut-off: Conti et al., 2015), appaiati per età (t(32)=0.09, p=0.927) e scolarità (t(32)=0.27, p=0.790), sono stati valutati con la Batteria per l’Assessment della Comunicazione (ABaCo; Angeleri et al., 2015).
Risultati. L’ANOVA ha evidenziato un effetto significativo del gruppo (DCrM vs.CNTR) per ABaCo (F(1,32)=21.55, p<.001, ηp²=.40), con prestazioni peggiori nei DCrM. La MANOVA ha confermato differenze significative in produzione (F(1,32)=11.93, p=.002, ηp²=.27) e comprensione (F(1,32)=13.26, p<.001, ηp²=.29), con punteggi inferiori nel gruppo DCrM.
Conclusioni. I risultati suggeriscono che il deterioramento cognitivo – anche iniziale - influisce sull’abilità comunicativo-pragmatica, compromettendone sia la comprensione che la produzione. Poiché la pragmatica è un’abilità cognitiva di alto livello, la sua valutazione potrebbe facilitare l’identificazione di segni iniziali di declino cognitivo, offrendo nuove prospettive per procedure di diagnosi e intervento precoci.
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