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Description
In questo lavoro abbiamo studiato lo pseudoneglect (i.e., bias attenzionale fisiologico verso l’emispazio sinistro) mediante l’anortoscopia.
L’anortoscopia è una tecnica di presentazione visiva di un’immagine per sezioni successive. Nell’anortoscopia “statica” uno stimolo viene fatto scorrere dietro una fessura fissa al centro dello schermo: l’impressione di forma globale dello stimolo è possibile integrando temporalmente e spazialmente le diverse porzioni dell’immagine in un buffer di memoria post-retinico.
Recenti studi dimostrano come l’anortoscopia non impedisca il riconoscimento di stimoli complessi, come volti, ma ne altera la percezione e la manifestazione di asimmetrie percettive/rappresentazionali, come accade nel Left-Face-Bias.
Se lo pseudoneglect è la conseguenza di asimmetrie cerebrali nell’ancoraggio/orientamento dell’attenzione spaziale verso sinistra, allora questo paradigma sperimentale potrebbe rispondere alla domanda se lo pseudoneglect esista veramente come fenomeno attenzionale/percettivo in quanto l’anortoscopia “impedisce” di dirigere volontariamente l’attenzione verso un lato specifico dello spazio.
64 matrici di oggetti 2x6 sono state presentate in “anortoscopia” o in “visione libera”, il partecipante aveva il compito di rievocare tutti gli oggetti che ricordava per ogni trial.
I risultati mostrano la presenza di pseudoneglect con un maggior numero di oggetti ricordati della metà sinistra della matrice rispetto a quella destra solo nella condizione “visione libera”. Nella condizione “anortoscopia” non è emerso alcun effetto posizionale o direzionale di scansione. Sebbene non si possa conoscere, allo stato attuale, a che livello di elaborazione la percezione anortoscopica sia intervenuta sulla manifestazione del bias, i dati suggeriscono che lo pseudoneglect sia un fenomeno potenzialmente modulabile dal compito e dal carico di working memory.