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La Realtà Virtuale (VR) è sempre più utilizzata per creare strumenti avanzati di valutazione ecologica delle funzioni cognitive. Tuttavia, comprendere i vantaggi e le sfide introdotte da questa nuova tecnologia è cruciale per sviluppare test neuropsicologici più funzionali. Questo studio ha analizzato l'influenza del tipo di ambiente virtuale (VR a 360° vs. VR model-based) sulle capacità cognitive e sull'esperienza soggettiva. Sono stati sviluppati due scenari: uno utilizzava un'immagine sferica di un ambiente reale (360°-VR), l'altro importava modelli 3D per replicare lo stesso ambiente (VR model-based). I partecipanti sono stati assegnati casualmente a uno di questi scenari. In due esperimenti, sono stati implementati due compiti cognitivi in entrambi gli ambienti: un compito attentivo (Esperimento 1) e un compito di memoria (Esperimento 2). Si sono confrontate le prestazioni (tempo e accuratezza) e le esperienze soggettive dei partecipanti (attraverso questionari) tra i due tipi di ambiente. Non sono emerse differenze evidenti nelle prestazioni, ma è emerso che la VR a 360° è percepita come più ecologica in termini di realismo dell'ambiente. Allo stesso tempo, si sono osservati livelli simili di presenza, predisposizione individuale all'immersione e usabilità all'interno dei due ambienti virtuali. Lo studio supporta l'utilizzo della VR a 360° per fornire stimoli altamente realistici, migliorando la validità ecologica delle procedure di valutazione. Tuttavia, si raccomanda di considerare attentamente le caratteristiche di ogni scenario per personalizzare l'esperienza VR in base allo scopo del test, garantendo misurazioni affidabili e informative.
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