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Al giorno d’oggi siamo obbligati a interagire con la tecnologia per accedere a molti servizi essenziali come le operazioni bancarie, quelle amministrative e quelle anagrafiche. Mentre le nuove generazioni hanno acquisito la capacità di svolgere tali attività direttamente nel mondo digitale, le vecchie generazioni, abituate a eseguirle nel mondo fisico, si trovano costrette a adattarsi alla nuova situazione. Classicamente, infatti, si parla di Immigrati Digitali (ID) e Nativi Digitali (ND) (Prensky, 2001) sottolineando le differenze culturali e di età di apprendimento della competenza che esistono tra i nati prima e dopo il 1980. Nonostante queste differenze portino a gravi problemi di inclusione digitale, sia dal punto di vista dell’accesso ai servizi che di quello professionale, non esistono studi che abbiano indagato in modo quantitativo le differenze di prestazione tra generazioni, anche al fine di individuare il processo di acquisizione della competenza.
Il presente lavoro ha voluto descrivere in modo quantitativo la prestazione di interazione digitale prendendo in considerazione alcuni parametri comportamentali. Sono stati reclutati partecipanti ID e ND ai quali è stato richiesto di ricercare determinate informazioni su Google e di utilizzare WhatsApp per chattare con un contatto abituale. Le mani dei partecipanti sono state videoregistrate. I video hanno consentito di misurare i seguenti parametri: i) velocità di digitazione, ii) numero di errori di digitazione, iii) numero di utilizzo di suggerimenti di testo, iv) numero di errori non corretti, v) stile di digitazione (due pollici vs indice mano destra). I risultati hanno mostrato notevoli differenze tra i due gruppi sperimentali.
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