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Le teorie predominanti della rappresentazione cognitiva dei numeri descrivono l'effetto SNARC come risultato di una rappresentazione spaziale stabile dei numeri lungo un asse orizzontale. Nello specifico, i numeri piccoli e grandi sarebbero stabilmente associati con la parte sinistra e destra dello spazio, rispettivamente. Proprio in virtù della stabilità di tale rappresentazione, sembra lecito ipotizzare che l’effetto SNARC possa essere un fenomeno altamente replicabile, con fluttuazioni temporali trascurabili, almeno nel breve periodo. Il presente studio si propone di mettere alla prova la stabilità dell’effetto, fornendo una stima accurata e generalizzabile della sua affidabilità test-retest. Due diversi gruppi di partecipanti (N ≈ 150 ciascuno) sono stati coinvolti in un compito di confronto di grandezza o in un compito di giudizio di parità in due sessioni distinte, separate da almeno due settimane. L’affidabilità test-retest dell’effetto SNARC è risultata particolarmente bassa nel compito di giudizio di parità, mentre è risultata sensibilmente più alta nel compito di confronto di grandezza. Questo suggerisce l'esistenza di differenze intrinseche, ma in gran parte inesplorate, tra i due compiti tradizionalmente impiegati per la misurazione dell'effetto SNARC. Più in generale, questi risultati costituiscono una sfida per le teorie che vedono lo SNARC come il prodotto di una associazione tra numeri e spazio stabile e ben radicata. La scarsa affidabilità test-retest dell’effetto SNARC invita inoltre ad interpretare con cautela gli studi sulle differenze individuali che si basano sull’analisi della correlazione tra effetto SNARC e altri costrutti indipendenti, come le abilità matematiche.