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Description
Molti strumenti utilizzati per misurare costrutti in psicologia utilizzano stimoli verbali, spesso self-report, che si basano sulla capacità delle persone di rispondere in modo preciso ed accurato ad una serie di domande o affermazioni su di sé. Tali misure, sono soggette ad alcuni bias tra cui la desiderabilità sociale, limiti nella capacità introspettiva dei rispondenti, e l’inaccessibilità a persone che non possiedono sufficienti competenze linguistiche (Zogmaister & Castelli, 2006). Alcuni strumenti psicologici utilizzano, al contrario, stimoli non verbali, ad esempio stimoli visivi (Crone et al., 2018; Dawell et al, 2022) e, meno comunemente, sonori (Strauss et al., 2024). Le sfide nella creazione e validazione di tali strumenti sono molte e non sempre esistono linee guida condivise o riflessioni metodologiche specifiche. Il presente contributo vuole aprire una riflessione sul processo di costruzione e validazione di strumenti di misura che utilizzano linguaggi diversi da quello verbale. A tal proposito, come esempio, verrà presentato un progetto di ricerca per sviluppare stimoli visivi e sonori per misurare il concetto di significato nella vita. Nello specifico, si illustrerà la prima fase di operazionalizzazione, che ha previsto la partecipazione di esperti artisti e musicisti a sei workshop in cui, a partire dalla definizione verbale del costrutto, si è proceduto all’identificazione delle caratteristiche tecniche di stimoli sonori e visivi per rilevare le componenti di base del significato nella vita. A partire da tale progetto si proporranno delle riflessioni relativamente alle sfide aperte (per es. competenze sull'operazionalizzazione; validità), alle opportunità e alle criticità di tali strumenti.
