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Description
Recenti sviluppi nell’ambito della scienza cognitiva (e.g. Ianì, 2019) e della filosofia della memoria (e.g. Righetti, 2024) hanno sottolineato quanto sia importante considerare la memoria umana, non più un nucleo cognitivo indipendente e isolato, ma come ontologicamente connessa con i sistemi di percezione e azione. Secondo quella che viene definita “embodied cognition” (EC), l’elaborazione delle informazioni legate alle azioni (sia quelle osservate sia quelle prodotte) riveste un ruolo centrale anche all’interno di domini classicamente considerati puramente cognitivi, quali la memoria semantica o quella esplicita. La traiettoria di questa nuova prospettiva è stata per certi aspetti sorprendenti, a tal punto da divenire la cornice teorica di numerosi filoni di ricerca teorici e applicativi. Il simposio si propone in prima istanza di offrire alcuni esempi in cui l’elaborazione di informazioni motorie e procedurali risulta essere in grado di plasmare aspetti salienti del funzionamento cognitivo. La declinazione della centralità dell’azione nei sistemi di memoria può essere duplice: da una parte, il modo con cui ricordiamo le azioni dipende fortemente dai processi di risonanza motoria che avvengono durante la fase di codifica dell’azione stessa (e.g. Ianì et al., 2023), dall’altra il modo con cui ricordiamo eventi, oggetti e situazioni dipende dal “contesto motorio” in atto al momento del recupero (e.g. Limata et al., 2023). Il simposio mira, inoltre, a sottolineare la necessità di ridefinire i rigidi confini tra ciò che definiamo ambiente, corpo e cognizione, nonché i confini all’interno delle diverse funzioni cognitive.
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